venerdì 6 giugno 2014

4 CHIACCHIERE CON... VALENTINA


4 CHIACCHIERE CON... VALENTINA

Riconoscere diritti speciali ad una categoria di persone ne toglie altri alla collettività, sempre. Un posto riservato ai disabili su un autobus, è sottratto agli altri. Perchè una società giusta cerca di compensare le oggettive difficoltà di alcuni cittadini con "corsie preferenziali" a loro dedicate.

Ma cosa succede quando si concedono diritti speciali a persone normali? Significa toglierli ad altre persone normali. E' quello che succede nel campo dell'assistenza psicologica agli omosessuali.

«Affermare che l'omosessualità possa essere curata o che l'orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna 'terapia riparativa' dell'orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso i disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali». Lo afferma Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.

Ne parlo con Valentina, donna, moglie, psicologa investigativa e politica. Sei cattolica?


Non sono cattolica ma sto con Dio da sempre. Mi sono sposata con i luterani, perché mi piace molto Lutero e il pastore Mata di Trieste. Ma non posso definirmi neanche luterana. Non ho mie definizioni di tipo religioso, ma indubbiamente seguo Dio e metto in pratica, con tutti i limiti, la sua Parola.

Come la vedono i Luterani la questione dell'omosessualità? Come vengono accolti gli omosessuali?

I luterani accolgono tutti. Non c'è giudizio. Non conosco ancora la posizione del mio pastore, che è in "pensione", sulle adozioni gay, ma i miei amici luterani la pensano come noi.

Parliamo di omofobia, ti va? Secondo te gli italiani sono omofobi?

Per niente. La parola poi di per sé non significa niente. La fobia è un termine tecnico che indica una cosa ben precisa, che nulla ha a che vedere con quello che si vorrebbe far intendere. Se poi parliamo di proiezione allora si può dire che chi ha inventato questa parola ha gravi problemi con l'essere umano in generale e in particolare con l'altro sesso. Lo si può vedere chiaramente dalle reazioni vicine all'isteria, che i "paladini dei gay" hanno di fronte al silenzio delle Sentinelle in piedi.

Valentina mi aiuti, in quanto esperta, a definire il sentimento di odio verso le persone a causa del loro gusto sessuale? Intanto... potrebbe essere una patologia?

L'odio è un sentimento ed è l'altra faccia dell'amore. Odiare l'altro sesso è l'espressione del rifiuto di una parte di sé, che viene proiettata all'esterno su altri, che nulla c'entrano. Diventa patologia quando subentra l'ossessione che non permette di riflettere né su se stessi, né sulle proprie azioni. Di conseguenza tutto l'esterno viene travisato e distorto, in assenza di consapevolezza di sé.

Gli omosessuali , secondo te, possono essere considerati una minoranza, cioè un gruppo di persone accomunate da qualcosa che condividono tra loro? Insomma, che differenza c'è tra albinismo, rutilismo e omosessualità?

Gli omosessuali condividono l'esclusione dell'altro sesso nella relazione di coppia. Le altre categorie, non sono escludenti, ma contengono al loro interno individui con caratteristiche fisiche diverse da altri individui, che a loro volta sono diversi rispetto ad altri, e così via. I numeri sono diversi nelle categorie, ma sono tutte manifestazioni simili, nella diversità, dell'essere umano. Diversamente, l'omosessualità esclude un sesso a priori nella relazione, e dunque siamo su un altro piano. Senza giudizio, ovviamente, è un'osservazione la mia. 

E' molto interessante la distinzione che fai, magari l'approfondiamo un'altra volta. Cosa pensi del DDL Scalfarotto contro l'omofobia e la transfobia? Non è positivo che una legge protegga una trans da bullismo e discriminazione?

Il DDL Scalfarotto parla di cose che non esistono: "la omofobia e la transfobia" sono parole che non dicono niente perché sono descrittive di un fenomeno che non esiste. In compenso chi parlerà di famiglia tradizionale, potrà prendere una sanzione o finire in carcere. Lo trovo incredibile. Se poi aggiungiamo che non si potrà fare, noi tecnici, la terapia riparativa a chi la richiede, capiamo bene che siamo di fronte all'assurdo: Uno, perché le terapie sono tutte riparative di un danno, e dunque non vedo differenza. Due, perché fa ridere l'idea che uno che fa un lavoro diverso dalla mia professione, mi venga a dire chi posso accogliere e chi no, nel mio studio. E soprattutto cosa posso fare e cosa non devo fare. Tutto questo è un chiaro attacco alla Libertà e perciò è irricevibile.

Quindi anche i tecnici (gli psicoterapeuti in questo caso) dovrebbero ribellarsi in massa perchè gli verrebbe impedita la professione. Fammi capire... ma se una persona di sua volontà volesse chiedere assistenza psicologica per modificare le sue emozioni omosessuali, gli verrebbe vietata?

Così sembra. Che poi non vedo come pensano di poter realizzare una cosa del genere, dal momento che abbiamo il segreto professionale. Senza considerare che per quello che mi riguarda, nel mio studio entra chi dico io.

In una terapia, l'obbiettivo che si vuole raggiungere lo decide il cliente o il terapista?

Descrivo come lavoro io. Una persona viene e mi dice che sta male, portandomi un problema. Dopo aver raccolto le informazioni base a me necessarie, faccio un progetto. Se la persona accetta, proseguiamo fino al raggiungimento dell'obiettivo proposto. Le domande non sono tutte uguali e così i tempi e gli obiettivi. C'e' ad esempio chi non si accetta, chi vorrebbe fare una cosa diversa e non riesce, chi ha un sintomo fisico o pschico complesso, chi ha subìto violenza. Quello che accomuna è la sofferenza per qualcosa, e si lavora insieme per eliminarla e stare bene. Tutta la terapia è riparativa, se si vuole usare questo termine. E per me le persone sono persone, non mi fa differenza un eterosessuale da un omosessuale. Se un omosessuale mi chiede un aiuto in studio, lo accolgo. Non vedo perché non dovrei. Parlando di fantascienza, saremmo la prima categoria professionale ad avere un veto sulla nostra attività lavorativa e insieme agli omosessuali, discriminati. In sintesi: cominciano da noi. Chissà perché.

Saremmo dici? Ma il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi ha già messo il veto: bandita ogni forma di terapia ripartiva, pena l'espulsione ed eventuale denuncia penale. Hai già le mani legate.

E' una vita che lavoro con le mani legate. Mi riferisco ad altri ambienti lavorativi, dove la prassi scientifica spesso non sanno cosa sia. Ritengo che questo della "terapia riparativa" sia un argomento che vada approfondito. Mi devono spiegare perché e lo devono spiegare a tutti. Il mio lavoro ha come base lo stimolo del pensiero, non la sua censura.

Cosa proporresti per approfondire l'argomento "terapia riparativa"?

Come prima cosa è necessario riflettere sulla parola, che qualcuno ha inventato, e che crea una differenza a priori, per le persone che richiedono l'accesso alla terapia. Trattandosi di un percorso di conoscenza, deve essere accessibile a chiunque lo richieda. Il termine "terapia riparativa" è fuorviante e discriminante, per come viene usato, per i motivi che ho elencato. La lobby gay dice di voler abbattere le discriminazioni, in realtà ne crea continuamente, anche se diretta ad altri soggetti. E questa parola ne è una chiara manifestazione.

Valentina vorrei che tu lanciassi un messaggio alla casta degli psicologi, perchè questo impedimento all'assistenza psicologica a chi lo richiedesse mi sembra particolarmente grave. Perchè no al ddl Scalfarotto e perchè no al veto sulle terapie.

Ti rispondo così: sono una donna e sono una psicologa investigativa. Il mio lavoro ha a che vedere con il pensiero e l'emozione, e richiede preparazione costante e continua, studiare sempre. Poi c'è l'accoglienza in spazio privato, all'interno del quale si ascoltano i segreti delle persone e le loro storie. E si fa insieme un percorso di conoscenza, un'indagine sulla propria persona in relazione agli altri. I motivi per cui una persona comincia il percorso, sono i più diversi. Come gli eterosessuali, anche gli omosessuali chiedono aiuto per sintomi vari o per motivi legati alla loro sessualità. Ne ho incontrati parecchi. Non c'è differenza, sono tutti esseri umani che cercano di capirsi e dunque di conoscersi, per stare meglio. Il tutto in armonia con il codice deontologico degli psicologi.  È vero che ci sono gli imbecilli che aggrediscono i gay solo per il fatto di esserlo, in tutte le sue declinazioni. Ma il nostro codice penale prevede già le aggravanti in questi casi. Il ddl in questione, per come è scritto, lascia ampio margine di interpretazione e dunque di azione. Pone come trasgressiva la famiglia tradizionale e chi la difende. Mina fortemente le fondamenta della Libertà. È anticostituzionale, perché discrimina e punisce una fetta maggioritaria della popolazione per l'espressione di un pensiero. Mi pare basti.

Grazie Valentina per il tuo impegno, da una posizione così difficile come la tua. Alla Prossima! 

Grazie a te Manuel.