martedì 17 giugno 2014

QUELLA LEGGE SULLE UNIONI GAY NON DEVE PASSARE








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PERCHE' QUELLA LEGGE SULLE UNIONI GAY NON DEVE PASSARE
di Mario Adinolfi
Ho scritto Voglio la mamma per un dannato motivo, per affermare come direbbe Chesterton che "due più due fa quattro", cioè che non può nascere un bambino senza madre. La realtà lo proclama, la natura lo pretende. Perché ci sia la vita umana, deve esserci una mamma. E il bambino che nasce a una mamma ha diritto. Per sostenere questa verità sono pronto, sempre chestertionanamente, a "appiccare fuochi" e "sguainare la spada". Ho detto ieri ai 23mila amici di VLM: preparatevi alla guerra. Perché guerra dovrà essere, senza timidezze e senza acconciamenti, senza compromessi e senza paraculismi. La legge sulle unioni gay ventilata per settembre non deve passare né a settembre né mai, non deve passare il liberticida ddl Scalfarotto, dobbiamo avere chiaro come ho scritto qualche settimana fa che siamo davanti a un'offensiva senza precedenti e a quella offensiva dobbiamo far fronte senza essere tiepidi, ma umanamente e giustamente incazzati, pronti a far valere i diritti dei più deboli e a batterci veramente per loro. E' una guerra per i senza voce: per i bambini mutilati della figura materna, per le donne ridotte a uteri da affittare, per le mamme che non possono essere costrette a vendersi. Per la logica, che non può vedere equiparato ciò che è strutturalmente diverso.
Un matrimonio, cioè l'unione di un uomo e di una donna potenzialmente aperta alla procreazione, è strutturalmente diverso dall'unione tra due uomini o tra due donne. In Voglio la mamma ho spiegato tutti i motivi di questa irriducibile diversità e equiparare ciò che è radicalmente diverso è un grave errore logico. Da cui inevitabilmente deriverà, come è già attualmente tra le richieste della piattaforma LGBT presentata nero su bianco all'ultimo gay pride, la richiesta di tutela dei "poliamori". Come anticipato in VLM, logica vuole che se apri al riconoscimento della coppia omosessuale, il passaggio successivo sarà il riconoscimento delle attruppate a quattro, a otto, perché nessuno potrà spiegare la valenza ontologica del numero "due". Ci si può amare in tanti, perché la discriminante è solo l'amore, no?
E veniamo al punto più ipocrita della proposta fatta passare ieri attraverso i giornali: queste unioni gay in tutto equiparate al matrimonio hanno una limitazione nell'adozione di bambini, fatta salva la "stepchild adoption". Che cos'è? Semplice: l'adozione da parte del partner gay del figlio naturale di uno dei due componenti la coppia. In sostanza è il via libera all'utero in affitto. Caso concreto: il senatore del Pd Lo Giudice dice in una lunga intervista a Repubblica il 25 maggio 2014 di aver avuto un figlio con il proprio compagno gay. Ovviamente in natura la cosa non può accadere, dunque approfondendo si scopre che è stato il compagno ad avere un figlio con una donna utilizzandola come utero in affitto. Lo Giudice spiega che la procedura è costosa, ma ormai la moda corrente spiega che i figli si possono comprare. E Lo Giudice se lo compra. Se passa il progetto di unioni gay con la stepchild adoption il figlio sarà del suo compagno e da lui adottato. Che fine fa la mamma in tutto questo processo? Niente, sparisce con un tratto di penna ed un mucchietto di banconote.
E' davvero questo, caro il mio amico Matteo Renzi, il mondo che vuoi costruire per i tuoi tre figli. Io per Livia e Clara mi batterò contro questo scempio della logica, del diritto, dei diritti dei bambini e delle madri. "I figli non si pagano" faceva dire all'immortale Filumena Marturano (prostituta e antiabortista) il comunista Eduardo de Filippo. I figli non si pagano, ripeto oggi a Matteo Renzi. Un mondo in cui la vita si compra e si vende, la natura si distorce, la logica si offende è un mondo contro cui bisogna combattere. Quel progetto sulle unioni civili è un prodotto di quel mondo e contro quel progetto ho scritto un libro (le copie di Voglio la mamma possono essere ordinate a adinolfivogliolamamma@gmail.com che in libreria ve la fanno lunga), contro quel progetto si riuniranno a Roma i circoli VLM il 20 luglio prossimo all'hotel Nazionale di piazza Montecitorio, contro quel progetto sarà necessaria una mobilitazione nazionale che a settembre fronteggi l'offensiva senza precedenti.
Mi spiace che per mero calcolo Matteo Renzi voglia mettere il proprio timbro su un progetto così pericoloso ed anche così ipocrita. La nostra comune radice di formazione politica avrebbe dovuto costituire un antidoto contro il caos modaiolo a cui invece il premier pare voglia prostrarsi. Caro Matteo, lascia perdere le menate del Muccassassina, quelle non sono richiesta di popolo, è solo un piccolo club che vuole muovere verso di sé potere e denaro: la "piattaforma politica" del gay pride era scritta contro di te, non cedere a richieste senza senso.
Non ci sarà in questa nostra battaglia alcun tratto omofobo. Non provo alcun fastidio per gli omosessuali, ritengo che sul piano individuale alcuni diritti in più debbano essere loro riconosciuti (visitare il partner in ospedale o in carcere, ad esempio, è un tratto di civiltà che deve essere garantito), ma toccare il diritto di famiglia e cancellare la parola mamma per genitore 1 e genitore 2 è inaccettabile. Impedire con il ddl Scalfarotto che queste idee possano essere scritte e sostenute in pubblico, è la premessa ideologica da regime per arrivare a normative come quelle annunciate contro cui ci batteremo. Io, almeno, mi batterò. Credo, non da solo.